L’arte di vivere da soli: libertà e costi nascosti

Scopri come la scelta di vivere da soli influisce sulle finanze e sulla vita quotidiana.

Un fenomeno in crescita

Negli ultimi anni, la scelta di vivere da soli ha visto un incremento significativo in Italia, con un aumento della popolazione single che è passata da 8.364.000 a 8.846.000 tra il 2022 e il 2023. Questo cambiamento non è solo una questione di preferenze individuali, ma riflette anche un profondo mutamento sociale. La diminuzione dei matrimoni, l’aumento dell’indipendenza economica e l’allungamento della vita media sono solo alcune delle cause che hanno portato a questa trasformazione. La società moderna offre una nuova visione della solitudine, che può essere interpretata sia come una scelta di libertà che come una condizione economica sfidante.

Il profilo del single italiano

Chi vive da solo in Italia presenta un’identità variegata. Un’analisi demografica rivela che quasi la metà di queste persone ha più di 65 anni, con un’alta percentuale di donne vedove. Al contrario, tra i più giovani, gli uomini single predominano, con un rapporto di due a uno rispetto alle donne. Questo divario si riduce con l’età, fino a invertirsi tra gli over 65. La vita da single, quindi, non è omogenea, ma si differenzia notevolmente in base all’età e alla situazione sentimentale, rendendo necessaria una riflessione più profonda sulle dinamiche relazionali contemporanee.

Costi e spese quotidiane

Vivere da soli comporta inevitabilmente un costo della vita più elevato. Secondo un’analisi di Moneyfarm, chi vive da solo spende in media 1.972 euro al mese, mentre una coppia affronta una spesa complessiva di 2.816 euro, con un risparmio di 564 euro mensili per ciascun partner. Questa differenza si traduce in oltre 6.700 euro all’anno, un importo che può influenzare significativamente la capacità di risparmio e investimento. Le spese per la casa, come affitto o mutuo, utenze e manutenzione, pesano maggiormente sul reddito di chi vive da solo, poiché non possono essere suddivise. Anche la spesa alimentare risulta più onerosa, con prezzi più alti per acquisti in piccole quantità e promozioni che favoriscono i nuclei familiari.

Impatto a lungo termine

Le conseguenze economiche di vivere da soli non si limitano al presente. Chi inizia a convivere a 25 anni può risparmiare fino a 169.194 euro entro i 50 anni, mentre chi lo fa a 35 anni accumula 101.516 euro. Anche chi decide di convivere più tardi può beneficiare di un risparmio significativo, sebbene inferiore. Se questi risparmi venissero investiti, il capitale accumulato potrebbe variare tra i 34.889 e i 240.268 euro, a seconda del tipo di investimento scelto. Questa prospettiva mette in luce l’importanza di considerare non solo il presente, ma anche le implicazioni future delle scelte di vita.

Scritto da Redazione

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